Collaborazione interistituzionale (CII)

Cos'è la collaborazione interistituzionale?
Collaborazione interistituzionale (CII) significa coordinazione dell'azione congiunta a favore delle persone interessate e cooperazione di tutte le istituzioni coinvolte, operanti nell’ambito della sicurezza sociale, dell’integrazione e della formazione per prevenire l'esclusione economica e sociale. La collaborazione tra le diverse assicurazioni coinvolte è importante per coordinare i dossier delle persone iscritte ad almeno due istituzioni. Le persone in cerca d’impiego iscritte a più di una istituzione sono in genere più difficili da collocare e, nel nostro sistema assicurativo, rischiano di essere sballottati continuamente da un’istituzione all'altra. Per evitare tale situazione, è stata istituita negli ultimi anni nell'ambito dei progetti CII una collaborazione tra l'assicurazione invalidità (AI), i servizi sociali e l'assicurazione contro la disoccupazione (AD), che permette di coordinare i provvedimenti di reintegrazione. A seconda dei modelli cantonali, la formazione, l’orientamento professionale e di carriera e le autorità della migrazione fanno parte della CII.

La collaborazione interistituzionale viene attualmente definita così:
per CII si intende la collaborazione tra due o più istituzioni operanti nell’ambito della sicurezza sociale, dell’integrazione e della formazione (assicurazione contro la disoccupazione, assicurazione invalidità, aiuto sociale, formazione professionale e integrazione degli stranieri) con l’obiettivo di favorire l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone interessate e di coordinare i diversi sistemi in modo ottimale. Si tratta di attuare con maggiore efficacia ed efficienza i provvedimenti e le offerte degli organi di esecuzione nell’interesse dei beneficiari e per impiegare in maniera mirata i fondi statali. La CII promuove gli obiettivi delle singole istituzioni, tra cui segnatamente l’integrazione nel sistema formativo e nel mondo del lavoro.

Le singole istituzioni devono collaborare al di là dei vari sistemi, pensare e agire in modo sinergico e sviluppare tale approccio a lungo termine.

L’implicazione di diverse istituzioni nel processo di reintegrazione nel mercato del lavoro di una persona in cerca d'impiego può comportare diversi vantaggi:

• le istituzioni interessate coordinano le analisi effettuate per determinare la strategia di reintegrazione della persona in cerca d'impiego evitando così inutili doppioni
• le numerose interfacce tra le istituzioni interessate vengono definite e semplificate grazie all’intensa comunicazione
  
• l’ostacolo rappresentato dal fatto che ogni istituzione si preoccupa unicamente delle proprie finanze viene superato
• il fenomeno della “porta girevole” che vede una persona ritrovarsi sempre nella stessa situazione ed essere rinviata da un'istituzione all'altra, viene evitato favorendo così la reintegrazione nel mercato del lavoro.

I risultati conseguiti sono molteplici. Oltre ai numerosi collocamenti, agli sforzi coronati da successo e alle decine di migliaia di franchi risparmiati ogni anno per dossier, le persone interessate sono integrate in strutture di lavoro che le riabilitano nei confronti del mercato del lavoro, e le decisioni relative alla concessione di rendite sono prese più rapidamente. Inoltre, le persone assistite nell’ambito della CII affrontano il loro futuro in modo più attivo. Lo scambio di informazioni tra i vari partner della CII è notevolmente migliorato grazie alla coordinazione reciproca, il che influisce positivamente sulle decisioni prese ogni giorno dalle istituzioni interessate. Adottando una strategia di reintegrazione interistituzionale chiara e coordinata si migliora la qualità della consulenza e dell’assistenza fornite alle persone iscritte a diverse assicurazioni sociali. L'azione della CII contribuisce inoltre ad accelerare il processo di collaborazione tra le varie istituzioni e quindi a permettere una più rapida reintegrazione. La persona presa a carico riceve informazioni da un'unica fonte e si rende conto della collaborazione interistituzionale nella gestione del suo caso.

Siete interessati?
Il vostro consulente URC vi fornirà utili informazioni sull’organizzazione della CII.

Non aspettare troppo a lungo! Esempio:
Una donna quarantenne affetta da ernia discale con dolori che si estendono fino all’anca non riesce più a lavorare a tempo pieno come vice responsabile di una stazione di servizio a causa delle limitazioni dovute alla salute. Dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico, la sua capacità lavorativa sale di nuovo al 50 per cento, e così l’AI provvede congiuntamente all’AD al suo reinserimento professionale. Inoltre riceve un’indennità giornaliera per malattia. A causa delle suddette limitazioni, la cliente non può sollevare pesi superiori ai cinque chili. Sono altresì esclusi lavori che comportano movimenti rotatori ripetitivi e inclinazioni in avanti. Un’attività a carico alternato risulta dunque più indicata dal punto di vista medico. Per ripristinare la sua capacità lavorativa tenendo conto anche dell’interesse per la moda nutrito dalla cliente, l’URC prevede un programma di occupazione temporanea in un negozio di articoli di seconda mano. Ma siccome allo stesso tempo le viene offerta la possibilità di lavorare nel bistrò di una stazione di servizio, la cliente coglie l’occasione per assolvere uno stage di formazione, e il programma di occupazione temporanea è sospeso. La cliente inizia lo stage di formazione con una frequenza dall’80 al 100 per cento. Sebbene l’attività svolta durante lo stage sia diversa da quella precedente, dopo due mesi appare tuttavia evidente che anche questo lavoro è troppo faticoso. I problemi alla schiena si manifestano con maggior frequenza, e la cliente diventa nuovamente incapace al lavoro.

Una volta trascorso il periodo di incapacità lavorativa viene riattivato il programma già previsto in precedenza. Lo stato di salute della cliente si è stabilizzato, ma la capacità lavorativa non ha ancora potuto essere migliorata. Le prestazioni dell’assicurazione d’indennità giornaliera in caso di malattia sono esaurite. Per non compromettere le opportunità di collocamento, l’AD adempie all’obbligo di prestazione anticipata nei confronti dell’AI. Nel frattempo, l’AI ha trovato un datore di lavoro disposto a offrire alla cliente non qualificata la possibilità di svolgere uno stage di tre mesi come commessa nel settore abbigliamento finanziato dall’AD, con una frequenza al 100 per cento e una capacità lavorativa del 50 per cento. Siccome l’assicurata raggiunge ottimi risultati di vendita, il datore di lavoro le offre un impiego a tempo pieno e riceve dall’AI durante tre mesi gli assegni per il periodo di introduzione. Ora lo stato di salute della cliente è migliorato così da permetterle di lavorare nuovamente a tempo pieno.

Una donna quarantenne affetta da ernia discale con dolori che si estendono fino all’anca non riesce più a lavorare a tempo pieno come vice responsabile di una stazione di servizio a causa delle limitazioni dovute alla salute. Dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico, la sua capacità lavorativa sale di nuovo al 50 per cento, e così l’assicurazione invalidità (AI) provvede congiuntamente all’assicurazione contro la disoccupazione (AD) al suo reinserimento professionale. Inoltre riceve un’indennità giornaliera per malattia. A causa delle suddette limitazioni, la cliente non può sollevare pesi superiori ai cinque chili. Sono altresì esclusi lavori che comportano movimenti rotatori ripetitivi e inclinazioni in avanti. Un’attività a carico alternato risulta dunque più indicata dal punto di vista medico. Per ripristinare la sua capacità lavorativa tenendo conto anche dell’interesse per la moda nutrito dalla cliente, l’URC prevede un programma di occupazione temporanea in un negozio di articoli di seconda mano. Ma siccome allo stesso tempo le viene offerta la possibilità di lavorare nel bistrò di una stazione di servizio, la cliente coglie l’occasione per assolvere uno stage di formazione, e il programma di occupazione temporanea è sospeso. La cliente inizia lo stage di formazione con una frequenza dall’80 al 100 per cento. Sebbene l’attività svolta durante lo stage sia diversa da quella precedente, dopo due mesi appare tuttavia evidente che anche questo lavoro è troppo faticoso. I problemi alla schiena si manifestano con maggior frequenza, e la cliente diventa nuovamente incapace al lavoro.

Una volta trascorso il periodo di incapacità lavorativa viene riattivato il programma già previsto in precedenza. Lo stato di salute della cliente si è stabilizzato, ma la capacità lavorativa non ha ancora potuto essere migliorata. Le prestazioni dell’assicurazione d’indennità giornaliera in caso di malattia sono esaurite. Per non compromettere le opportunità di collocamento, l’AD adempie all’obbligo di prestazione anticipata nei confronti dell’AI. Nel frattempo, l’AI ha trovato un datore di lavoro disposto a offrire alla cliente non qualificata la possibilità di svolgere uno stage di tre mesi come commessa nel settore abbigliamento finanziato dall’AD, con una frequenza al 100 per cento e una capacità lavorativa del 50 per cento. Siccome l’assicurata raggiunge ottimi risultati di vendita, il datore di lavoro le offre un impiego a tempo pieno e riceve dall’AI durante tre mesi gli assegni per il periodo di introduzione. Ora lo stato di salute della cliente è migliorato così da permetterle di lavorare nuovamente a tempo pieno.